Dieci le persone finite in manette a Catania, accusate di gestire un imponente giro di spaccio e di possedere un arsenale. L’indagine, nata quasi per caso da un’impronta digitale, ha scoperchiato un sistema che generava 3.000 euro al giorno.
Tutto è partito da un duplice incendio doloso a Santa Venerina, il 17 maggio 2023. Su una delle scene, i Carabinieri della Sezione Operativa di Giarre hanno isolato un’impronta digitale. Il Ris di Messina non ha avuto dubbi: apparteneva a Salvatore Christian Greco. Messo sotto controllo, il suo telefono ha aperto agli investigatori le porte della chat “Parco Giochi”, svelando un’organizzazione che gestiva quattro piazze di spaccio tra Catania e Misterbianco, inondandole di cocaina, crack, hashish e marijuana.
Il logo del Milan e i simboli del clan
Il gruppo ostentava la sua vicinanza al clan dei Cursoti milanesi. Il simbolo era lo stemma dell’A.C. Milan, modificato con la scritta “SSI” e l’anno “2022”. Un marchio di fabbrica esibito su vestiti e adesivi, mentre gli indagati si definivano “milanesi”, non semplici “milanisti”, per marcare l’affiliazione.
La pericolosità del gruppo era palpabile, soprattutto per la facilità con cui maneggiavano le armi, chiamate in codice “cugino”. Le portavano con sé per le strade, pronti a esibire la loro “potenza di fuoco” per incutere timore e rispetto. Il 4 dicembre 2023, i carabinieri li hanno fermati appena in tempo: stavano per compiere una spedizione punitiva. Il blitz in un appartamento portò all’arresto di 8 persone e al sequestro di 3 pistole. Il gruppo si sentiva così potente da sostituirsi alle istituzioni, intervenendo per risolvere controversie o pestare un giovane del quartiere Librino.
Stipendi da 600 euro a settimana
Gli affari rendevano circa 3.000 euro al giorno. I membri ricevevano uno “stipendio” fisso di 600 euro a settimana, più “premi” per consegne o altri servizi. L’organizzazione non lasciava indietro nessuno: una cassa comune garantiva l’assistenza legale e il supporto economico in caso di arresto. In un caso, hanno pagato le spese legali e un biglietto aereo a una donna arrestata con quasi mezzo chilo di cocaina. Dalle indagini è emersa anche un’estorsione da 500 euro con la tecnica del “cavallo di ritorno”. Nel corso delle indagini, infatti, è emersa anche la responsabilità di tre degli indagati per un episodio di estorsione, realizzato con la tecnica del “cavallo di ritorno”. I soggetti, con il benestare dei promotori dell’associazione, avrebbero richiesto al proprietario di un ciclomotore rubato presso la discoteca “Vecchia Dogana” il pagamento di 500 euro per la restituzione del mezzo. Questo episodio conferma la capacità del gruppo di esercitare un controllo capillare sul territorio e di ricorrere a metodi tipici della criminalità organizzata per ottenere profitti illeciti. L’operazione ha portato al sequestro di mezzo chilo di droga, 3 pistole, un fucile a canne mozze e 70 munizioni.
I nomi degli arrestati
L’ordinanza del gip del Tribunale di Catania ha spedito otto persone direttamente in carcere, tra cui i presunti vertici del gruppo.
In carcere:
- Carmelo Palermo (classe 1994) e Alessandro Caffarelli (classe 1998), ritenuti i capi e organizzatori.
- Piero Blanco (classe 1969), Salvatore Christian Greco (classe 2002), Michael Gaetano Lazzaro (classe 2001), Orazio Santagati (classe 1997) e Rosario Viglianesi (classe 1999), tutti indicati come partecipi.
- Sebastiano Raffaele Torrisi (classe 1992), accusato di detenzione e porto illegale di armi.
Agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico sono finite invece Angela Campo (classe 1994) e Nancy Sofia Campo (classe 2000).